lunedì 2 marzo 2009

Ancora un po' di Carnevale?

Lo so che siamo in Quaresima e che Carnevale è passato oramai.. però visto che ero “assente” voglio farvi vedere le frittelle che abbiamo mangiato il martedì grasso…




Questa è una ricetta che prepara la mia mamma tutti gli anni per Carnevale, quando invitiamo degli amici a cena (o andiamo a casa loro) e alla fine si friggono i “Fatti fritti” e ci si riempie la pancia!!! Ieri mi han detto che quest’anno ne ha preparati 2 kg (che sono circa 80 frittelle!!!) e la sera dopo in casa ne era rimasta… solo una….


La ricetta viene dalla Sardegna e queste frittelle sono chiamate “fatti fritti” o “frati fritti”, cercando l’origine di questo nome mi sono imbattuta nel blog Catalepton in cui si dice che …

“Fatti fritti” (o “fatti e fritti”) è locuzione dell’italiano regionale della Sardegna, che designa un tipo di ciambella lievitata (come quelle di Homer), fritta nello strutto e spolverata di zucchero. Non raro è anche il singolare (”un fatto fritto”); al bar si usa l’aggettivo sostantivato (”mi dà un fritto?”).
Io però ho sempre sentito parlare, in casa, di “frati fritti” (solo pl.). Un errore? No. Semplicemente un calco dal sardo paras frittos (camp. paras frittus).
Ma perché “frati”? La ciambella col buco assomiglia a una tonsura.
“Fatti fritti” è lectio facilior, non a caso molto più diffusa; ma è una ricostruzione paretimologica.
Se dunque possiamo dare norme anche per l’italiano regionale, dicasi “frati fritti”.

Ogni casa ha la sua ricetta; ho visto anche in giro per il web che quasi tutti usano il burro, qualcuno lo strutto… mia madre invece ha da sempre usato l’olio d’oliva ed è in questa versione che ve li propongo. Poi si può utilizzare anche il succo delle arance.. in ogni caso i fatti fritti sono da leccarsi i baffi!!

Ecco qua la nostra ricetta …

Ingredienti (per circa 40 fatti fritti) : 1kg di farina - 5 cucchiai di zucchero - 200g di olio d'oliva - 3 uova - 1/2l di latte - la buccia di 2 arance non trattate - 50g lievito di birra - 1 pizzico di sale - 1 bicchierino di liquore (anice o grappa)

In una terrina bella grande ho mescolato la farina, lo zucchero, il pizzico di sale, ho aggiunto le uova uno alla volta e poi la buccia grattugiata delle arance. Intanto ho fatto sciogliere il lievito nel latte appena appena tiepido e l’ho unito poco alla volta all’impasto, poi per ultimo aggiungo l’olio (sempre un poco per volta). Mi raccomando i liquidi poco per volta, aspettate che sia amalgamato bene prima di aggiungerne dell’altro. Impastare con forza per almeno una ventina di minuti (io ho utilizzato il bimby per una decina di minuti).

L’impasto alla fine risulta abbastanza molle e appiccicoso, non aggiungete farina, va bene così; con le mani un po’ bagnate con il latte formate una palla all’interno della terrina stessa e mettetela a riposare al caldo per un paio d’ore (lieviterà più del doppio). Attenzione perché è un impasto che risente molto delle correnti d’aria, del freddo. Io l’ho messo coperto da un asciuga piatti e un plaid e lo metto nel forno spento (un trucchetto? Accendete il forno per 1 minuto prima di iniziare ad impastare… mi raccomando, un minuto e non di più… e poi spegnete. Quando metterete l’impasto il forno quel minimo di calore lo aiuterà a lievitare meglio)

Passate le due ore ho preso l’impasto e l’ho distribuito a cucchiaiate su un vassoio ben infarinato, formando delle palline, poi “ficcando” un dito nel centro… allargo il buchino e ottengo una ciambella con il buco (noi non usiamo tappi o simili per fare il buco, è più divertente così).




Ho scaldato in una pentola per friggere piuttosto alta l’olio (caldo ma non caldissimo se no si bruciano esternamente) poi ho versato poche frittelle per volta (3, massimo 4) cercando di eliminare la farina in eccesso. Quando l’olio è alla giusta temperatura la frittella non si attacca al fondo ma sale subito in superficie. Lasciatela colorare da un lato (dorata, non troppo scura) e poi giratela una volta e lasciate colorare l’altra parte. Una volta pronte le ho scolate su carta assorbente e poi passate nello zucchero semolato.

Sono buonissime mangiate appena fatte.. una tira l’altra.

Qui vedrete quelle preparate dalla mia mamma, che ne dite? Sono stata all’altezza?

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